BOLOGNA LA TURRITA
Storia delle torri bolognesi
Fra i vari epiteti che la descrivono vi è anche Bologna la Turrita, questo perché fra il XII e il XIII secolo in città sorgevano circa un centinaio di torri. La ragione per le quali ne vennero innalzate così tante resta ancora oggi un mistero, sappiamo soltanto che mentre alcune torri avevano una funzione militare altre erano state erette per testimoniare l’influenza e il potere delle casate delle famiglie nobili.
E’ probabile che molte torri furono costruite anche a scopo di difesa, o offesa, durante gli anni degli scontri fra fazioni di Guelfi e Ghibellini.
La costruzione di una torre era davvero onerosa, prevedeva l’utilizzo di molta manodopera, scavi che arrivavano anche a 10 metri sottoterra e soprattutto richiedeva delle tempistiche assai lunghe. Si pensi che per una torre alta circa 60 metri potevano volerci dai 3 ai 10 anni per vederla ultimata.
Ovviamente non tutte le torri erano altissime; la maggior parte di esse si innalzava di 24-25 metri, che era tuttavia molto se paragonato all’altezza delle case dell’epoca.
Gli storici sono concordi nell’affermare che inizialmente le torri non vennero utilizzate come abitazioni e che questo uso fu solo successivo quando si cominciò a riconvertirle anche in carceri o magazzini.
Si possono quindi suddividere le torri in tre tipologie: le case-torri ad uso residenziale, i torresotti che erano porte fortificate inserite nella seconda cerchia di mura di protezione della città e infine le torri vere e proprie.
Le case torri erano solitamente dotate di un pozzo da cui attingere acqua, di un cortile interno e di un rimessaggio dove tenere sia animali che mezzi di trasporto. Uno splendido esempio di torre gentilizia è la Torre Prendiparte, detta la Coronata, che ha avuto anche la funzione di carcere ed è alta 59,50 m. Quasi sempre le torri erano collegate fra loro attraverso ponti di legno sopraelevati o da passaggi sotterranei.
Di torresotti invece nell’antichità se ne contavano 18 ma oggi ne restano solo 4: il Torresotto San Vitale, quello di Strada Castiglione, quello di Porta Genovese e infine quello di Porta Nuova.
La vita delle torri bolognesi fu in realtà breve, molte vennero abbassate per motivi di sicurezza, altre caddero e molte furono distrutte ancora all’inizio del secolo scorso per far largo a moderni piani urbanistici.
Il primo studioso ad occuparsi delle torri bolognesi, attraverso articolate ricerche svolte fra catasti e archivi, fu il Conte Giovanni Gozzadini. Grazie a questa ricerca avvenuta nel 1800, si è potuto ricostruire questo profilo della città.
Delle 100 torri di Bologna oggi ne restano all’incirca 24 di cui la Garisenda e la Torre degli Asinelli sono senz’altro le più famose.